Scarso interesse per il bando di gara per l’assegnazione delle 120 concessioni di gioco d’azzardo

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Manca poco meno di un mese fino alla scadenza entro la quale gli operatori di gioco d’azzardo potranno presentare una domanda per richiedere l’assegnazione di una concessione oppure il rinnovo di quella attuale da parte dell’Agenzia delle Dogane e dei Monopoli. Secondo quanto riportato da AGIMEG, finora le domande presentate all’autorità sarebbero meno di 10.

Dopo molti ritardi, il 10 gennaio 2018 in Gazzetta Ufficiale Europea è stato pubblicato il bando di gara che consente l’assegnazione delle nuove concessioni di gioco online in Italia. Di conseguenza, ADM ha messo all’asta 120 licenze, ciascuna dal costo di 200.000€. In questo modo l’importo complessivo di 24 milioni di euro dovrebbe entrare nelle casse dello Stato. Le concessioni hanno una validità entro il 31 dicembre 2022 e gli operatori interessati sono tenuti a presentare le loro domande entro il 19 marzo 2018.

Le licenze consentiranno agli operatori di offrire diversi giochi d’azzardo, tra cui le scommesse, i giochi di abilità, i giochi a sorte a quota fissa e altri. Per partecipare al bando i candidati devono presentare una domanda, pagare la tantum di 200.000€, oltre alla garanzia provvisoria di 100.000€, cioè pari alla metà dell’importo dovuto per l’assegnazione.

È importante notare che al bando sono ammesse solo società con una sede legale nello Spazio economico europeo. Inoltre, potranno presentare domande soggetti attivi in altri settori, i cui ricavi negli ultimi due anni sono stati superiori di 1,5 milioni di euro.

L’Agenzia delle Dogane e dei Monopoli ha già fatto alcuni chiarimenti circa l’assegnazione delle concessioni. Ad esempio, è stato specificato che i candidati che hanno già una licenza per l’esercizio di giochi pubblici e vorrebbero sostituirla con una più ampia, potranno effettuare la confluenza dei conti gioco tra la precedente e la nuova concessione.

Inoltre l’Agenzia ha riportato che non viene considerato operatore di gioco una società che gestisce macchine da gioco ed è titolare di nulla osta per offrire apparecchi ex art 110 tulps e che è terzo incaricato alla raccolta tramite contratto con un concessionario. Tale soggetto non si può considerare operatore, ma potrebbe partecipare come ‘non operatore di gioco’.

Come menzionato sopra, AGIMEG segnala che finora le domande presentate sarebbero meno di 10 e l’attesa è tra le 60 e 70 adesioni. Mancano quindi tante richieste e molto probabilmente molti operatori presenteranno le proprie domande all’ultimo minuto nelle prossime quattro settimane.

Il settore del gioco d’azzardo italiano in crescita

Non è stato specificato un motivo per cui i gestori si sono dimostrati riluttanti nella presentazione delle proprie richieste di concessioni, tuttavia nella sua pubblicazione, AGIMEG ha evidenziato che il settore del gioco d’azzardo online in Italia sta fiorendo.

Nel 2016 la spesa effettiva in giochi online ha toccato 1 miliardo di euro, e nei primi sei mesi del 2017 è stato registrato un aumento del 23% su base annua per una stima di più di 1,2 miliardi di euro annuali. Sempre nel primo semestre dello scorso anno la spesa nel segmento delle scommesse sportive è cresciuta del 25% a 214 milioni di euro, e quella dei giochi di casinò è aumentata del 29% a 269 milioni di euro.

Il poker a torneo è migliorato del 18%, generando 38 milioni di euro, è cresciuto del 6% anche il poker cash, attestandosi a 36 milioni. La spesa nel segmento del lotto è balzata del 66% a 12 milioni di euro. I conti gioco sono stati in media 7,9 milioni, con 2,2 conti aperti per ogni giocatore.

L’entrata di nuovi operatori di poker online nel mercato italiano

Va inoltre notato che i vari rinvii della pubblicazione del bando di gara delle 120 nuove concessioni di gioco sono stati indicati come un fattore per il ritardo dell’adesione d’Italia al progetto della liquidità condivisa del poker online. Si tratta di un piano che prevede il rilancio del settore del poker, che negli ultimi anni ha mostrato continuo calo delle entrate.

Ancora nel mese di luglio 2017 i regolatori di gioco di Spagna, Francia, Portogallo e Italia hanno siglato il primo accordo che consente la fornitura di tavoli da poker condivisi. Il progetto è stato lanciato in Francia e in Spagna all’inizio del 2018 con il principale operatore PokerStars. Tuttavia ci sono diversi altri operatori interessati a fornire tavoli nei quattro paesi. Per farlo, devono detenere le necessarie concessioni in almeno due delle quattro giurisdizioni.

Finora PokerStars è stato l’unico concessionario autorizzato a offrire tavoli condivisi e molto probabilmente nei prossimi mesi anche l’operatore francese Winamax potrà fondere i propri pool di giocatori. Secondo molti analisti del settore anche 888poker è disposto a unirsi al progetto.

Intanto, la scorsa settimana il Portogallo ha pubblicato il quadro normativo tecnico nella sua Gazzetta Ufficiale, autorizzando l’avvio della liquidità condivisa. PokerStars è l’unico operatore autorizzato a svolgere attività nel paese, tuttavia, con l’adesione al progetto di condivisione di pools di giocatori, molto probabilmente il regolatore portoghese consegnerà concessioni ad altri operatori.

Analogamente al Portogallo, il rilascio delle nuove concessioni consentirà all’ADM di aprire il mercato di poker online italiano ai nuovi operatori interessati. Tuttavia, a quanto pare il nostro paese sarà l’ultimo a partecipare al progetto.

A gennaio Pier Paolo Baretta ha annunciato che il governo stava effettuando una verifica, presumibilmente di natura tecnica, e una volta completata, sarà possibile la partecipazione dell’Italia alla liquidità condivisa del poker online. Da allora non è stato riportato né in quale termine sarà effettuata la verifica, né quando esattamente sarà pubblicato il quadro normativo tecnico necessario per il lancio del progetto.

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