HBG Gaming e Global Starnet discutono in Corte di Cassazione la sentenza della Corte dei Conti sulle maxi slot penali

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Ieri 21 novembre 2017, in Corte di Cassazione si è tenuta un’udienza in cui HBG Gaming e Global Starnet (precedentemente nota come Bplus) hanno discusso il ricorso per motivi di giurisdizione contro la sentenza sulle maxi multe slot della Corte dei Conti del giugno 2015. Le due società di gioco erano state sanzionate dalla Terza Sezione con 72 e 335 milioni di euro, rispettivamente.

Come apprendiamo da GiocoNews, nel corso dell’udienza i legali degli operatori hanno sottolineato che la Corte dei Conti era andata oltre la propria giurisdizione e che il caso di non collegamento alla rete Sogei tra 2004 e 2007 era di natura amministrativa poiché riguarda il mancato rispetto degli obblighi della convenzione stipulata tra i concessionari e i Monopoli.

La Corte di Cassazione dovrebbe pronunciarsi sulla vicenda nell’arco di due mesi. Il processo di rivovazione in Corte dei Conti del ricorso in Cassazione è fissato per il prossimo 18 gennaio.

Il caso di HBG Gaming e Global Starnet

Circa due anni fa, HBG Gaming e Global Starnet, due società specializzate nella fornitura e gestione di apparecchi da intrattenimento, sono state condannate dal giudice contabile a pagare le suddette sanzioni di 72 e 335 milioni di euro. Questo per i danni causati allo Stato per i ritardi con cui hanno istituito la rete di slot.

Nel 2009 le due società hanno fatto ricorso alla Corte di Cassazione, che ha poi riconosciuto la giurisdizione alla Corte dei Conti.

Come spiega AGIMEG, sul caso sono partiti due giudizi – il primo di fronte al tribunale amministrativo, che riguarda le sanzioni dai Monopoli di Stato per i ritardi con cui è stata creata la rete di slot, a partire dal 2004, e un altro di fronte al giudice contabile, che riguarda il danno erariale causato da tali inadempienze e dovuto alla mancanza di controllo del gioco legale, così come all’impossibilità di contrastare l’offerta illegale e alla perdita di risorse pubbliche.

Poi nel 2011 il Consiglio di Stato ha giudicato non colpevoli le due società e in questo modo ha annullato le penali di AAMS. Tuttavia nel 2015 è arrivata la sentenza d’appello della Corte dei Conti con cui le concessionarie sono state condannate a pagare le sanzioni.

Nell’udienza di ieri, il Procuratore ha ricordato la prima pronuncia della Corte di Cassazione, sostenendo che i due giudizi avevano oggetti diversi – il primo riguarda l’inadempimento contrattuale, mentre il secondo è relativo al danno erariale.

Il procuratore della Corte di Cassazione ha spiegato inoltre che per bloccare l’azione del giudice contabile, la sentenza amministrativa deve essere passata in giudicato. Secondo lui, nel caso particolare, la Procura ha contestato per la prima volta il danno erariale, ancora prima dell’avvio del giudizio amministrativo.

HBG e Global Starnet credono che la Corte dei Conti si sia notevolmente sovrapposta al Consiglio di Stato. Secondo le società, visto che i due procedimenti hanno una natura sanzionatoria, il giudice ha violato il principio ne bis in idem. Le due concessionarie sostengono che la corte abbia anullato la portata della sentenza amministrativa dal momento che i fatti contestati sui cui si basano le sentenze sono gli stessi e di conseguenza sono stati superati i limiti imposti dalla Corte di Cassazione nel 2009.

In aggiunta, secondo le concessionarie, la Corte dei Conti ha anche modificato nella sentenza le accuse della Procura per non sovrapporsi al Consiglio di Stato, violando così il principio di imparzialità del giudice. Le due società hanno inoltre chiesto alla Corte Europea dei Diritti dell’Uomo di verificare che i principi di un processo equo siano stati violati.

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