Ieri la Procura di Roma ha notificato l’atto di chiusura dell’indagine partita dall’inchiesta sugli affari del ‘re delle slot’ Francesco Corallo, arrestato dalla polizia olandese a Saint Marteen lo scorso 13 dicembre.
Oltre a Corallo, l’inchiesta per riciclaggio ha coinvolto l’ex presidente della Camera dei deputati Gianfranco Fini, sua moglie Elisabetta Tulliani, così come Giancarlo e Sergio Tulliani (fratello e padre di lei). La conclusione delle indagini di solito anticipa la richiesta di un rinvio a giudizio e quindi molto probabilmente Fini e i Tulliani rischiano il processo.
Secondo il capo d’imputazione, l’ex parlamentare di An Amedeo Laboccetta e Francesco Corallo si sono associati in maniera illecita tra loro e insieme a Theodoor Baetsen, Arturo Vespignani, Alessandro La Monica e Lorenzo Lapi hanno commesso reati quali il peculato e il riciclaggio. Inoltre la loro associazione si è appropriata di oltre 85 milioni di euro e ne ha riciclato la metà dalla società di Corallo Atlantis/BPlus verso un conto corrente estero sempre riferibile a Corallo.
L’indgine ha ruotato circa un appartamento a Montecarlo, in Boulevard Princesse Charlotte, che è stato lasciato in eredità ad Alleanza Nazionale da una contessa. Secondo i magistrati nel 2008 Giancarlo Tulliani ha acquistato l’appartamento per poco più di 300.000€. I soldi per l’acquisizione arrivano dalle società di Corallo – Printemaps e Timara. Invece, nel 2015 la cessione dell’immobile ha fruttato 1,36 milioni di dollari.
Fini si è giustificato davanti ai pm, dicendo che aveva autorizzato l’operazione di compravendita senza sapere che dietro c’era il suo cognato. L’ex leader dell’Allianza Nazionale ha spiegato inoltre che è stato all’oscuro dei legami finanziari tra Corallo e i Tulliani. Tuttavia, secondo i magistrati, la famiglia ha ricevuto trasferimenti di denaro dal ‘re delle slot’, la cui attività imprenditoriale è risultata di essere molto agevolata dalle leggi italiane, approvate quando l’An è stato guidato da Fini.
L’acquisizione dell’appartamento grazie ai soldi di Corallo coincide con l’approvazione del decreto che ha rinnovato la disciplina del gioco d’azzardo. Secondo gli inquirenti le indagini hanno evidenziato come Corallo ha potuto anticipare l’evoluzione degli orientamenti legislativi della maggioranza del governo e come ha beneficiato delle disposizioni della Legge di Stabilità 2010, utilizzando interlocuzioni con figure politiche, connotate anche da riciclaggio di denaro.
In aggiunta, sul pc in cui Francesco Corallo teneva il conto dei suoi pagamenti, gli investigatori hanno trovato un bonifico di centinaia di migliaia di euro in favore del padre di Elisabetta Tulliani – Sergio, mentre nella causale si faceva riferimento all’approvazione della normativa sulle slot.
Fini e i Tulliani sono accusati di concorso in riciclaggio e non di associazione per delinquere. L’ex leader dell’An ha commentato che attende con fiducia che la magistratura confermi l’infondatezza delle accuse ipotizzate a suo carico.
Il gip Simonetta D’Alessandro ha scritto nell’ordinanza di arresto di Giancarlo Tulliano, un rapporto maturato solo dopo un’importante gara del 2002 vinta dalla Rti di Francesco Corallo in materia di giochi. Lo scorso febbraio il gip ha emesso un decreto per il sequestro ai Tulliani per equivalente di 7 milioni di euro, relativo a conti correnti, beni immobili e mobili. Due mesi dopo, ha disposto il sequestro di due polizze di vita per 934.000€ riferibili a Fini, in quanto lui non è risultato intestatario di beni immobili e mobili registrati.