Le associazioni degli operatori e produttori di macchine da gioco richiedono l’istituzione di un tavolo di crisi

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Come abbiamo riportato ieri, dopo essere stata pubblicata in Gazzetta Ufficiale, la Manovra Bis è stata convertita in legge. La normativa che contiene diversi provvedimenti per la ripresa economica, tra cui disposizioni sul gioco d’azzardo del nostro paese, è entrata in vigore in data 24 giugno 2017. Ciò ha subito suscitato le reazioni dell’Associazione che rappresenta gli operatori del gioco d’azzardo AS.TRO Assotrattenimento2007 e l’Associazione Costruttori Macchine da Intrattenimento (ACMI).

Le due organizzazioni hanno inviato una lettera all’Agenzia delle Dogane e dei Monopoli, al Ministero dell’Economia e delle Finanze, al Ministero dello Sviluppo Economico, in cui chiedono l’istituzione di un tavolo di crisi per trattare la questione sui 40.000 dipendenti a rischio esubero e l’eventuale scomparsa di centinaia di imprese con un forte contributo a tutte le forme di tassazione a cui concorrono.

Va ricordato che tra le altre disposizioni, la Manovra prevede l’aumento del PREU sulle new slot al 19% sulle somme giocate. Inoltre, entro la fine del 2017 il numero degli apparecchi da gioco operativi in Italia dovrebbe essere ridotto a 345.000 unità e entro 30 aprile 2018 questa cifra non deve superare 265.000 macchine.

Secondo AS.TRO e ACMI, per far fronte all’aumento del PREU sul gioco e per evitare i possibili effetti negativi sull’occupazione, la percentuale minima delle vincite delle new slot dovrebbe passare dall’attuale 70% al 68%. Grazie a questo ‘provvedimento tampone’ sarebbe possibile riequilibrare i ricavi medi delle macchine da gioco.

Le associazioni affermano che l’aumento del PREU sul volume di gioco comporterà una tassazione effettiva sul margine, vale a dire sull’importo al netto delle vincite e dei canoni dovuti allo Stato, superiore al 65%. Secondo uno studio delle organizzazioni, le macchine non sono in grado di generare entrate giornaliere minime di 62€ e quindi 230.000 su 345.000 macchine operative nel nostro paese lavoreranno in perdita. Di qui la necessità di una legge che prevede la possibilità di ridurre la percentuale delle vincite, in quanto 200 aziende del settore della distribuzione di apparecchi in cui lavorano 10.000 dipendenti e altri 800 gestori con 30.000 lavoratori sono a rischio di scomparsa.

Le organizzazioni degli operatori e produttori di macchine da gioco hanno esposto altre criticità sulla legge, soprattutto per quanto riguarda la riduzione dei nulla osta attivi relativi alle macchine da gioco entro il 2018 e il cambio delle attuali slot con apparecchi di nuova generazione entro il dicembre del prossimo anno. Secondo le associazioni, le normative locali diventano sempre più restrittive, soprattutto sull’offerta delle slot machine.

Intanto, è stato annunciato nei media, che il 21 novembre 2017 la Corte Costituazionale esaminerà i ricorsi relativi alla tassa di 500 milioni di euro per le slot e le VLT prevista dalla Legge di Stabilità 2015, che è stata successivamente abrogata con la Legge di Stabilità del 2016. La normativa è stata rinviata dal Tar Lazio alla fine del 2015 dopo che i giudici l’hanno ritenuta illogica e contraddittoria, sopratutto in termini di suddivisione del prelievo sulla base del numero degli apparecchi da gioco e non sul volume delle giocate.

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