Global Starnet fa ricorso al Consiglio di Stato per impugnare all’ordinanza del Tar Lazio

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In questi ultimi giorni continuano le agitazioni relativi alla sorte della società di gioco d’azzardo Global Starnet. Dopo che alla fine di marzo l’Agenzia delle Dogane e dei Monopoli ha avviato una procedura di decadenza della concessione della società, l’operatore ha fatto ricorso per il riconoscimento dei propri diritti presso le istituzioni competenti. Tuttavia, ieri è stato reso noto che il Tar Lazio ha confermato la decadenza, respingendo la sua sospensiva.

I giudici hanno respinto la richiesta con la spiegazione che non vi è alcun pregiudizio grave immediato che deriva dal procedimento basato sulla prevedibilità di un periodo di gestione transitoria prima della definitiva inefficacia della licenza. La Corte Costituzionale ha chiarito inoltre che gli interessi pubblici che sono stati violati potrebbero richiedere l’intervento normativo che possa incidere negativamente sulle ‘posizioni consolidate con l’unico limite della proporzionalità dell’incisione rispetto agli obiettivi di interesse pubblico perseguiti’ .

La procedura di decadenza della concessione è stata avviata dopo che a Global Starnet era stato contestato di aver pagato le quote del preu e le imposte sui redditi in ritardo e di aver trasferito circa 200 milioni di euro alla società madre in Gran Bretagna – azioni che hanno comportato accuse di evasione e di riciclaggio di denaro.

Inoltre, ADM ha fatto riferimento a una legge, ai sensi della quale ai soggetti, il cui titolare è condannato o imputato per delitti descritti nella normativa, non è consentito di partecipare a gare per il rinnovo delle concessioni di gioco.

In risposta alla decisione del tribunale, in una nota diffusa nei media, Global Starnet ribadisce che ha sempre onorato i suoi impegni contrattuali e che ha versato interamente il preu dovuto. La società ha annunciato inoltre che intende fare un ricorso al Consiglio di Stato per impugnare all’ordinanza del Tar Lazio, sperando al positivo accoglimento a tutela dei posti di lavoro di 300 dipendenti.

Per garantire la continuità della raccolta, l’azienda continuerà a funzionare fino al 27 settembre e ha confermato che durante questo periodo seguirà i massimi standard di qualità dei servizi.

Intanto, all’inizio della settimana, la Corte d’Appello di Saint Martin ha deciso di approvare l’estradizione del socio della società Francesco Corallo, che era stato arrestato dalla polizia olandese nel mese di dicembre 2016. L’estradizione è stata richiesta da Italia a gennaio dopo un’indagine della Procura di Roma, grazie alla quale l’imprenditore è stato portato in prigione con l’accusa di corruzione, mancati pagamenti del preu, riciclaggio e evasione fiscale.

In seguito dell’arresto ci sono state diverse proteste dei dipendenti sia a Saint Martin che a Roma, chiedendo risposte sul futuro della società. Mercoledì, i rappresentanti dei sindacati e dei lavoratori hanno incontrato il segretario del Capo di Gabinetto della prefettura della nostra capitale e hanno accettato di presentare giovedì una relazione contenente le ragioni della loro protesta, comunica Pressgiochi.

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