Una delle quattro case da gioco italiane e l’unica nella regione valdostana, cioè il Casino de la Vallée, noto come il Casinò di Saint-Vincent, ha compiuto ieri settanta anni. Infatti, Il 29 marzo 1947 alle 21 la pallina d’avorio fu girata per la prima volta nel cilindro della roulette.
I primi clienti del casinò furono un commerciante torinese, un tessile biellese e un avvocato casalese. Dopo che il croupier annunciò ‘Rien ne va plus’, la pallina si fermò su ‘Neuf, rouge, impair et manque’, ossia il numero 9. Così cominciò la storia della popolare casa da gioco che nel corso degli anni vide i suoi alti e bassi.
Negli anni 80 il Casinò di Saint-Vincent fu una delle sedi da gioco più rinomate in tutta Europa, con numero di visitatori e ricavi record. Invece, negli ultimi anni il casinò si trova in una profonda crisi finanziaria, dovuta soprattutto al calo del numero dei visitatori.
In cerca di una soluzione al problema nel 2008 il Casinò di Saint-Vincent è stato trasformato in Saint-Vincent Resort & Casino. Allora sono stati spesi 120 milioni di euro di finanziamenti pubblici per la ristrutturazione della casa da gioco. Grazie all’investimento, al casinò sono state aggiunte le strutture alberghiere al fine di rilanciare sia le attività di gioco che il turismo nella regione.
Tuttavia, nonostante quell’intervento, è continuata la tendenza negativa e i vertici del casinò sono stati costretti a adottare le misure più drastiche. A questo proposito, è stata avviata una procedura di licenziamento per 264 dipendenti della società, in cui lavorano circa 700 impiegati. Inoltre, si è verificato un altro problema da risolvere – la questione per 41 lavoratori che hanno aderito all’isopensione.
Si tratta di un meccanismo previsto dalla legge Fornero che prevede l’esodo di dipendenti anziani e consente l’anticipo dell’età pensionale fino a 4 anni. Ai sensi della legge, il datore di lavoro dovrebbe versare la cosiddetta ‘copertura contributiva’, cioè la decorrenza della pensione dal momento in cui il dipendente smette di lavorare affinché ottiene il diritto definitivo alla quiescenza.
Visto lo grave stato finanziario in cui si trova il casinò, non è stato possibile avviare la procedura di isopensione dei 41 lavoratori che hanno firmato l’accordo di esodo. In questo modo i dipendenti che sono in pratica disoccupati, non sono in grado neanche ad andare in pensione. A questo proposito, la governance ha proposto agli esodati di rientrare al lavoro entro la fine del mese di marzo e includerli nella lista dei 264 dipendenti per avviare la procedura di licenziamento, il che, però, gli avrebbe privato dal diritto all’isopensione.
Ieri, il giorno dell’anniversario del casinò, si è tenuto un incontro tra i sindacati, l’azienda e i dipendenti, comunica GiocoNews. Secondo quanto riferito dal portale, i 41 esodati hanno accettato la proroga dei termini fino a 31 maggio. Si ritene che entro quella data sarà possibile attivare la fideiussione bancaria, con l’aiuto della quale saranno in grado di godere i benefici dell’isopensione.
I rappresentati dei sindacati non sono rimasti soddisfatti dalla decisione, in quanto secondo loro questa è stata ‘una scelta quasi obbligata’. I lavoratori sono stati costretti ad accettare la proroga, poiché altrimenti avrebbero posto fine al percorso dell’isponesione. Inoltre, la proroga significa altri due mesi senza retribuzione per i lavoratori.